martedì 10 giugno 2025

Inseguire ciò che fa male

Ieri sera, serataccia, per qualche motivo non avevo molto timore su ciò che sarebbe successo al mio fragile umore l'indomani mattina. 

X non dorme con me, forse da mesi, forse anni. Ieri sera non mi importava, ho notato quanto difficile sia per lui sopportare questa situazione, penso che abbia fatto del suo meglio per andare avanti. La sua strategia consiste nel non pensare ma fare. Fare con la testa vuota di pensieri. E' quello che ho fatto anch'io oggi e che continuerò a fare finché regge un minimo di buon senso. Non ho nessuna intenzione di tornare a dipendere. Dipendere è la cosa più degradante ed umiliante. 

... Dipendere, poi, anche da chi non apprezza? E' una sfumatura della stupidità. E più ancora dell'assenza di amor proprio.

Non sono una brava persona, però mi sveno per gli altri. Non lo farò mai più. Con tutto quello che devo affrontare, è meglio che non mi dedichi più a nessun altro se non a me medesima. C'è poco tempo per chi amo e ancora meno tempo per chi non mi ama. Ancora meno pelle rimasta per un altro ceffone. 

Parlo di autopreservazione, di confini sani, non di chiudersi a riccio come dei bambini. 

Ho voglia di scriverlo sui muri. Scrivilo sui muri e sui musi ridenti degli ebeti. Scrivi un bel "vaffanculo". E gira pagina. 

4 commenti:

  1. Io credo che questa forma di volersi bene non sia egoismo.
    Prima si deve pensare a sé stessi, al proprio bene. Salute fisica, mentale. Benessere in generale.
    Solo dopo lo si può fare anche per gli altri, se ne vale la pena. Perché si, esiste chi non apprezza, non capisce o non è interessato a comprendere. Allora vaff.

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  2. Tutto sommato anche chi lavora è dipendente. Ma una dipendenza che permette libertà. La dipendenza cattiva non ti regala niente, proprio nulla, e una volta messo in luce il concetto forse liberarsene diventa quasi facile. Ma la faccio fin troppo facile io, mai calato in certi orridi. però ti auguro la fuga definitiva, la non dipendenza che permette di scegliere.

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    1. Anche per il lavoro si può essere dipendenti in negativo (come quando diventi stacanovista...), ma un guadagno (materiale e d'altro tipo) sicuramente c'è. Ci sono dipendenze (come l'alcool) che invece si basano solo sull'autodistruzione. La sensazione momentanea di leggerezza mentale è l'esca che ti fa cadere nel baratro. Il pensiero che "puoi controllarlo" è un autoinganno, una scusa per tornare a ruotare nei loop della dipendenza. Le cadute sono fisiologiche, comunque. Diradarle nel tempo è la cosa importante.
      Un abbraccio

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