martedì 24 giugno 2025

WWIII

Certi fenomeni di accanimento che hanno portato a conseguenze nefaste, come, sul Internet, il caso Cantone o Todd, andrebbero guardati dal microscopio di un bravo medico che sia anche esperto di psicosi narcisistiche nelle loro più varie accezioni.Ma tornerebbe utile anche qualche concetto non prettamente clinico come la psicoanalisi del profondo, il concetto di ombra e proiezione, che sul web aumenta la sua carica distruttiva e pervasiva - scardinati i legacci dell'empatia, assenza della quale è dovuta al mancato contatto diretto con l'altro, (l'altro è solo una parola messa dopo l'altra sul nostro schermo), e all'anonimato che fa sentire impunibili, quindi che dona coraggio, faccia tosta, arroganza e intraprendenza ad individui nella vita reale timidini...

Surclassando questo cirque - il web è un circo, non esiste migliore immagine rappresentativa -, io volevo spendere due parole di compassione e donare un fiore a un sottoinsieme subanimale più feroce del banale ragazzino eiaculante con la verve di scaricare fuori di casa o sul computer la merda con cui presumo i suoi genitori lo ingozzino imboccandolo ogni santo giorno della sua frustrata esperienza di giovane bullo.

Mi stanno inquietando delle cose... il ritorno di moda di teorie obsolete sulla "difesa della razza" e sulla eugenetica, che hanno comunuqe il potere di influenzare o almeno di disgustare, che si leggono oggi tranquillamente su qualunque blog o pagina web. 

Era chiaro dai tempi dei saluti fascisti sotto il regime attuale. 

Il nostro governo democratico e in linea con la Costituzione servendosi del cadavere di Bergoglio si approfitta per glissare i festeggiamenti del 25 aprile. 

Eppure non ne avevo preso piena consapevolezza finché non me lo hanno messo nero su bianco.

La premier non spende una parola di cordoglio sul genocidio palestinese (e quando Giuseppe chiede di alzarsi in piedi per un minuto di silenzio ai bambini massacrati a Gaza resta con il sedere sulla sedia), mentre Hitler 2.0 si rammarica di quanto ha dovuto soffrire per questa guerra: rimandando due volte il matrimonio del figlio.

Fprse hanno sbagliato approccio, con il fanatismo anti. Che chi credeva nel fascismo nel 20ennio non ci credeva certo perché istruito o ragionevole, (stesso discorso vale per i razzisti): non è sopprimendo ogni discussione e ragione schiacciandola sotto la censura che si sarebbe convertito: il fanatismo è fanatismo che di fronte alla censura reagisce con profonda rabbia, frustrazione, senso di ingiustizia, e tira fuori come un'arma le teorie del complotto e negazionismo da forum bianco suprematista, persuasioni pericolose nelle menti di persone altrettanto pericolose, semini in erba di odio che maturano in violenza nei decenni e intrecciandosi danno vita a questo orribile presente, la terza guerra mondiale alle porte.

Perché quella pagina di storia non è stata celebrata nel modo corretto. Perché si sono lasciati troppi spiragli alla possibilità che si ripetesse.

Si lascerà lascivamente che accada di nuovo.

La vedo lì davanti, come una sagoma inquietante tinta di sangue.

domenica 22 giugno 2025

Essere Buoni?

Da quando sei nato la religione, e la cultura, ma in realtà il Sistema, ti hanno persuaso di quanto sei esistenzialmente superiore come pecora, senza zanne o fauci. Non mordi nessuno, non nuoci: accetti passivamente il tuo ruolo di sudditanza all'interno della "casta" dove ti hanno inscritto sin da quando sei nato. 

A livello sociale, rivesti un ruolo ben preciso sin dai tuoi primi anni; il tuo ruolo è connesso al potere o alla sua mancanza. 

Quando venne fuori la favola della religione cristiana, si parlò di una morale superiore, divina, riservata agli ultimi. Anche quella fu strategia. Agli ultimi, cioè agli schiavi e ai modesti, si disse: porgi l'altra guancia. Ai potenti, ai governanti: occhio per occhio.

Perché i potenti possano governare indisturbati sui deboli serve che i deboli vedano la loro mollezza d'animo, la loro capacità di sopportare e subire sorridendo, come una qualità morale eccelsa, che inoltre verrà ricompensata (sebbene non in questo mondo e in questa vita...)

C'è un unico sistema, e due diverse morali: la morale del forte e del debole, del potente e dell'umile. Si controbilanciano per dar vita a un sistema che garantisce un equilibrio perfetto fra chi comanda e chi è comandato.

Anche io a lungo sono stata presa in trappola da quel dogma studiato a tavolino. Devi avere il diritto di parlare - di dire ciò che pensi; devi smaniare e sforzarti affannosamente di essere cortese, gentile, non offensiva. Ma questa non è la libertà. 

Forse Anthony Hopkins parlava del fatto che il potere è rivelatore: scardina la vera anima di chi lo detiene. Non sono d'accordo. Il potere per suo assetto snatura l'essere umano. Dove c'è potere non può esserci compassione, umiltà, amore - ciò che insegnava il cristianesimo ai suoi adepti, ai gradini più bassi della scala sociale. Più risali la china del prestigio sociale, meno hai bisogno di moralità; meno hai bisogno di moralità, più ne farai a meno e sarai meschino.

Nei quartieri più poveri i dominati rispettano la Legge, chi cerca di risalire la china sociale si affilia alla mafia, e questo gli conferisce una posizione di dominio che gli consente di poter fare ciò che vuole (il male che vuole) praticamente impunito. 

Perché questo è il potere: la premessa e la conditio sine qua non dell'empietà.

Ovviamente il denaro non è sufficiente.

Nessuno di questi potenti - che siano o meno ricchi - desidera lo sporco, unto denaro del "povero", perché il denaro è solo una minima accezione del potere.

Potente ci nasci in base a quanto sei conforme al sistema.

Soggiogato lo sei solo in quanto nato con certe caratteristiche non utili al sistema.

Un soggiogato con soldi viene schiacciato sotto le suole delle scarpe di un potente anche se fosse meno ricco.

La libertà consiste nell'anarchia che non è il caos che ci insegnano ma il crollo del Sistema - la fine di ogni potere precostituito e quindi di ogni disparità, classismo e sopruso.  

venerdì 20 giugno 2025

Disperdersi

Sembra che la mia vita sia spezzata fra il prima e il dopo.
 
Il dopo non sono riuscita ad accoglierlo con prontezza di riflessi. Ho voluto continuare a replicare il passato per non dovermi incontrare allo specchio e per non fare i conti con quella che era destinata a diventare la mia vita contrariamente ad ogni stantio e statico pronostico.
 
O forse non c'è niente di così eccezionale che sia avvenuto. Ma di colpo, dopo aver camminato su una strada già battuta oltre il necessario, non so più dove rintracciarmi. Sono fuori mappa. 
 
Ho avuto un po' di raccoglimento. E' stata una giornata stinta, insonorizzata. Giravo pagina e con il cuore mi sentivo sciolta nell'assurdo. Non ho saputo cogliere lo sparo di inizio, come in Time. Nessuna delle soluzioni precedenti serve per trovare un nuovo punto di avvio.
 
Ma forse si può riprendere da un punto a caso e ripartire senza curarsi se sia la scelta giusta. Qualunque scelta vale più di quella predefinita.
 
Non mi piace l'idea di una vita "a tappe". Ogni giorno è una nuova opportunità, un nuovo inizio.

mercoledì 18 giugno 2025

Doppelganger

Stanotte ho prodotto sogni un po' angoscianti, per qualche motivo però non me ne sentivo angosciata. Io e X che guidavamo su di un ponte pericolante a strapiombo sul mare, crollavamo, ma contrariamente a tutte le leggi fisiche riuscivo a sfuggire alla vettura spalancando il portello e così lui. Ci incontravamo in superficie.

Ero seduta ad un tavolo con il mio doppio davanti. Era la prima volta che lo vedevo così: face-to-face. In genere nei sogni lo scrutavo dagli specchi, dagli obiettivi.

Sembra sia un buon segno.

Pensavo fosse un presagio di morte, invece è un presagio di morte simbolica. Quindi di rinascita. In effetti mi sento ricaricata, energica. 

Avevo bisogno di una buona dormita per rigenerarmi un po'. Negli ultimi giorni ho dormito poco, perché c'era sempre qualche pensiero che mi punzecchiava togliendomi il sonno.

C'è anche il fatto che non amo particolarmente la luce del giorno. 

Non ho più ripreso a camminare al mattino. Sarebbe meglio farsi una lunga passeggiata la notte.

La notte la città sembra immersa in un'era post-apocalittica. Nessuno è in giro. Non si sente un suono. Solo la risacca del fiume vicino che mormora agitata dal vento. Qualcosa di affascinante e bello per me.

venerdì 13 giugno 2025

L'importante è il fine

"E' meglio che i nostri figli imparino sin da subito che il bene non riceve ricompensa e il male non riceve castigo. E tuttavia bisogna amare il bene e odiare il male. E a questo non è possibile dare nessuna logica spiegazione"

(N. Ginzburg)

Un proposito di ogni religione è dare un perché al dover-agire-bene. Sin dall'alba dei tempi sembra chiaro che agire in modo scaltro ed egoista ti procuri del tornaconto, mentre attenzionare il contesto, i sentimenti di chi ti è vicino, essere gentili, preoccuparsi, provare compassione, sono qualità che per loro stessa natura appesantiscono (e complicano) la vita.

Sto leggendo un libro di Mario Biglino che ne parla. 

Ho scoperto una sfilza di cose sulla religione che mi hanno portata a guardarla con occhi diversi - il Buddhismo, ad esempio, non ha nulla a che fare con quelle cose un po' new age che parlano di vite precedenti, relazioni karmiche, e forse anime gemelle.

Il concetto che nel Buddhismo originale coincide in Occidente è quello del Nirvana - che però non è un luogo post-mortem, come il Paradiso cristiano, ma uno stato di beatitudine da ottenere con disciplina in vita. Per Buddha, il Nirvana è l'affrancamento dal dolore generato dalla bramosia e dall'ignoranza. Il Nirvana, secondo il Buddha, coincide con la semplice sanità mentale, ovvero agire con predominanza di ragione - le emozioni portano a un agire che ci "incarna", in questa vita, in forme animalesche, che rappresentano ciò che Buddha chiama Samsara, una "vita indegna di essere vissuta". Per raggiungere il Nirvana, il Buddha enuncia il concetto dell'Ottuplice sentiero (retto pensare, retto parlare, retto agire...), ovvero una "Via media" caratterizzata dalla temperanza e dal raziocinio. 

L'Ottuplice sentiero è molto simile all'insegnamento di Cristo nelle sue indicazioni. Una persona che pratica il buddhismo perseguendo la Via media ha le doti di amore, anche per i nemici; compassione, mitezza, incondizionata accettazione. 

Buddha fu chiaro, comunque: non c'è nulla oltre l'unica vita che abbiamo. Bisogna essere degni in questa vita, per liberarsi dalle catene del dolore in questa vita, non in fantomatiche vite successive o in fantomatici oltre-tomba.

Gesù e Maometto presero un'altra strada. Il primo parlò del ricongiungimento con il Padre nella "Vita eterna, nell'alto dei cieli". Il secondo propose un'idea di Paradiso oggettivamente "scimmiesca": il buon musulmano, una volta oltrepassata la soglia, ha a disposizione un certo numero di vergini eterne (il loro imene si ricostituisce continuamente) che oltre a servirlo si dedicano a rapporti sessuali con lui. La buona musulmana, d'altronde, se è brutta, nel Paradiso islamico diventa bella, se è vecchia giovanissima. (Una religione che si basa su ottimi presupposti di parità di genere...)

Essere un buon cristiano o musulmano significa praticare il bene, contro la natura dell'essere umani stessa. Non leggerei mai la Bibbia e il Corano, (mi risparmierei tante stupidaggini...) ma il loro intento correttivo sulla natura più bassa degli istinti umani - egoismo, crudeltà, avidità, divisione, guerra, ego - è generalmente comprovato.

La religione insomma si pone a "bussola morale" ponendo a Legge divina un comportamento etico che per tante persone non è affatto scontato. Secoli di cultura (è cultura, prima ancora che religione) cristiana ci hanno programmato mentalmente a sentire maggiore senso di colpa se compiamo il male. La religione non è stata inutile, e dio, che esista o meno, ha avuto un ruolo buono ed importante nella costruzione di una psicologia collettiva votata al bene (mettendo da parte fenomeni, che furono deragliamenti perversi, come le Crociate e l'Inquisizione). Non è importante che siano storie vere o false, ma che abbiano avuto peso.

Nell'ultimo secolo Nietzsche ha enunciato la morte di dio - il che vuol dire: il mondo può andare avanti tranquillamente senza più reggersi sulle basi cristiane, perché il nichilismo, il neoliberismo e il capitalismo le hanno soppiantate -, e i credenti scarseggiano. Li si dileggia in più ambienti come allocchi. In realtà non c'entra nulla l'intelligenza: è una scelta, la fede, che ti mantiene lucido, che ti fa andare avanti.

Quel dio sepolto sotto secoli di dissacrazioni logiche mi manca. A volte vorrei che fosse vivo nel mio cuore per dare un perché a tutta la tragedia e il buio del mondo. Come Edith Stein che conservava la fede nei campi di concentramento; non c'è qualcosa che meglio della religione possa darti la forza di andare avanti. Si prega per avere la forza di affrontare il giorno, non per avere una bella giornata. Dio non è un mago, ma ogni stringa dello sterminato universo. Un'energia che è tutto intorno a noi e dentro di noi. Un'energia che vorrei saper evocare.

giovedì 12 giugno 2025

Up

Mentre pronunciavo al telefono quelle parole, (fragili, opalescenti fantasmi di progetti, portati in braccio dalla flebilissima speranza di poter vivere normalmente), mi sono sentita il cuore pesante. Pesante. Ma ho continuato a parlare. Come se dovessi qualcosa a qualcuno - all'interlocutrice inaffidabile.

C'è ancora tempo e modo di rinascere dalle ceneri, in un'altra vita, degna. Sto leggendo un libro (in inglese) che si chiama Radical Acceptance. Un passaggio illustra il discorso di una ex-alcolista che nella vita ha deciso di dare un contributo alla causa della lotta all'alcool ottenendo un certo successo. "Come ho fatto?" ripete con un sorriso amaro all'intervistatrice, "Oh, mi sono bevuta la mia vita". 

Toccare il fondo è realmente l'unico modo per risalire.  

martedì 10 giugno 2025

Inseguire ciò che fa male

Ieri sera, serataccia, per qualche motivo non avevo molto timore su ciò che sarebbe successo al mio fragile umore l'indomani mattina. 

X non dorme con me, forse da mesi, forse anni. Ieri sera non mi importava, ho notato quanto difficile sia per lui sopportare questa situazione, penso che abbia fatto del suo meglio per andare avanti. La sua strategia consiste nel non pensare ma fare. Fare con la testa vuota di pensieri. E' quello che ho fatto anch'io oggi e che continuerò a fare finché regge un minimo di buon senso. Non ho nessuna intenzione di tornare a dipendere. Dipendere è la cosa più degradante ed umiliante. 

... Dipendere, poi, anche da chi non apprezza? E' una sfumatura della stupidità. E più ancora dell'assenza di amor proprio.

Non sono una brava persona, però mi sveno per gli altri. Non lo farò mai più. Con tutto quello che devo affrontare, è meglio che non mi dedichi più a nessun altro se non a me medesima. C'è poco tempo per chi amo e ancora meno tempo per chi non mi ama. Ancora meno pelle rimasta per un altro ceffone. 

Parlo di autopreservazione, di confini sani, non di chiudersi a riccio come dei bambini. 

Ho voglia di scriverlo sui muri. Scrivilo sui muri e sui musi ridenti degli ebeti. Scrivi un bel "vaffanculo". E gira pagina. 

lunedì 9 giugno 2025

L'ennesimo film sul solito argomento

Ho avuto un crollo nervoso al cinema. Mal di testa, nausea, nodo alla gola... rigetto. Il film proiettato sullo schermo è stata una tortura durata 2 ore e 3 minuti: Le assaggiatrici di un regista svizzero, l'ennesima agrodolce serenata sulla seconda guerra mondiale. La trama ruota attorno alle assaggiatrici ufficiali del cibo di Hitler. Varie cose mi disgustavano, la presenza stessa di un ennesimo film sulla seconda guerra mondiale (e anche sugli ebrei) in un periodo storico del genere in primis. La retorica vergognosamente maschilista che ammantava come un vapore rosato tutto il lungometraggio non aiutava. Né aiutava essere da ore in astinenza da nicotina. "Mi sale il nazismo". Mi sono sentita nazista lungo tutta la proiezione. Satana, forse, mi prendeva gli angoli della bocca e mi storceva il viso in una maschera di disgusto insofferente e perenne. In particolare di fronte ad una delle assaggiatrici che sarebbe l'anima del film - anche se non è la protagonista -, perchè ebrea. 

Siamo stanchi, tutti. Non possiamo più commoverci per la seconda guerra mondiale e i campi di sterminio nazisti. Comincia a puzzare di propaganda creata ad hoc. Ci trapanano il cervello da ottant'anni con film, documentari, romanzi, saggi, serie, ecc. sui poveri ebrei che alla fine tanto poveri non sono.

Ero davvero esausta a fine proiezione. Forse che il mio cuore è con i bambini che urlano e piangono, o giacciono a terra come stracci, defunti, seppelliti dai calcinacci e dalla terra, in Palestina.